Sulla Riviera del Conero si riflettono i retaggi enogastronomici di un intero territorio. La ricchezza passa dalle colline al mare e viceversa, attraverso ricette tradizionali e borghi che ne celebrano le varianti. Dall’entroterra arrivano i vincisgrassi, la crescia o le ciambelle di mosto. La tradizione marinara regala altrettante tipicità. Come lo stoccafisso all’anconitana. O come il brodetto: da Ancona a Porto Recanati di brodetti se ne contano diversi – tradizione vuole che ne esista uno per ogni porto – ciascuno con un segreto. Da Pietralacroce di Ancona ai Sassi Neri di Sirolo invece viene pescato, non allevato, il mosciolo selvatico, non semplicemente mitile o cozza, bensì peculiarità unica, presidio slow food.
Poi c’è il Rosso Conero, un vino antico che racconta la macchia mediterranea. La vite cresciuta su suolo calcareo, un microclima in equilibrio tra la potenza del sole e il respiro costante del mare, la forte escursione. Condizioni che conferiscono alle uve Montepulciano un carattere unico e rendono questo vino alleato di prestigio di una cucina di valore. Dal 2004 esistono due vini figli della stessa zona DOC: Rosso Conero DOC e Conero DOCG. Il primo può essere servito anche fresco, il secondo è una variante più complessa e qualitativamente superiore, che rappresenta al meglio tutte le potenzialità di questa particolare area delle Marche.